agosto 29 2008
Giorno 31: Silicon Valley, Winchester Mystery House
Da 2008-08-27 Si… |
Prima di partire questa mattina eravamo molto elettrizzati dall’idea di attraversare la Silicon Valley e di visitare i colossi informatici. Euforia svanita rapidamente in quanto la visita è stata una vera delusione.
Andiamo con ordine. Partiamo dal nostro motel di San Francisco in direzione Silicon Valley. La prima tappa la facciamo a Stanford University. Vogliamo vedere come sono i campus universitari americani, soprattutto vedere Stanford, cioè una delle migliori università americane. Da questa università sono stati sfornati diversi personaggi, tra cui Larry Page e Sergey Brin, fondatori di Google.
L’università di Stanford è praticametne una cittadina. Grande, ben organizzata, distaccata da qualunque distrazione, immersa nel verde. All’interno numerosi servizi a disposizione per gli studenti (free shuttle, connessione Wifi ovunque ad esempio). Addirittura è possibile fare il biglietto per visitare l’università. Noi non abbiamo tempo e facciamo un giro da soli nel William Gates Computer Science Building. Notare che William Gates è Bill Gates, il papà di Microsoft. All’interno dell’edificio è tutto perfetto, tutto in ordine, pulito, con mobilio e finiture di qualità. Nei corridoi ci sono divanetti e bei tavoli per studiare. Non c’è confronto con le nostre università, dove se va bene si studia su un tavolo rotto o su un gradino delle scale. Le aule sono tutte piccole (15-20 persone al massimo). Sembra esserci un rapporto molto ravvicinato con i professori. Ci sono anche gli studi dei ricercatori, ben fatti, pieni di attrezzature. Ci sono diverse vetrine dove è possibile ammirare ad esempio i primi Mac, alcuni prototipi di hard disk ecc. Il Computer Scienze Building è realizzato grazie a finanziamenti provenienti direttamente da Microsoft, Sun, HP, IBM ed altre aziende di questo calibro. Anche gli altri edifici non sono da meno. Gli uffici amministrativi sono belli, tutti i PC sono nuovi. Ve l’immaginate la segretaria della vostra università con un bellissimo iMac da 24 pollici? Lì è realtà.
Riprendiamo la nostra auto e ci dirigiamo a Mountain View per vedere la sede di Google. Ahimé, comincia la delusione. La sede di Google è un insieme di edifici avvolti nel verde californiano. L’area è così vasta che ci sono intere strade che transitano in mezzo. Parcheggiamo in uno dei parcheggi e cerchiamo di avvicinarsi al centro dei vari edifici per trovare magari uno spazio dedicato ai visitatori. Almeno, così ce l’immaginavamo. In effetti non ci sono punti controllati, accessi ristretti, sbarre ecc. Entriamo tranquillamente e passeggiamo per i vialetti. Ci sono dipendenti di Google che fanno pausa pranzo, che scherzano, che giocano a biliardino, che camminano anche loro per i vialetti. Arrivato al centro della struttura ci sentiamo chiamare. Un adetto della sicurezza ci si avvicina e con aria poco cordiale ci allontana immediatamente. Ci scorta fuori e ci segue per tutto il tragitto fino alla nostra auto. Incredibile. Per essere lì devi avere una ragione ben precisa. Su invito o per qualche altro motivo. Non eravamo gli unici ovviamente ad essere portati fuori.
Probabilmente è giusto tenere alla larga chi non c’entra nulla con la loro azienda. Però non era meglio mettere un recinto all’area piuttosto che buttare fuori gente dalla sicurezza? Google visto da fuori è lo specchio della trasparenza, dell’apertura. Vi assicuriamo che nella realtà, è un posto inavvicinabile, intoccabile, prepotente. Non so possono scattare fotografie, nemmeno dalla strada. Probabilmente a Google dovrebbero pensare anche alle tantissime persone che desiderano visitare la loro azienda informatica che è una delle più grandi del mondo. Per fare un esempio, la visita di Levi’s ieri è stata molto bella. All’ingresso dell’azienda è stata organizzato uno spazio molto bello con alcuni capi, foto e quant’altro che hanno fatto la storia dell’azienda. A Google questo non è possibile.
Riprendiamo l’auto ed andiamo da Yahoo! Anche qui, l’azienda si sviluppa su numerosi edifici. Troviamo l’ingresso, entriamo. La signorina della reception, se non altro, in modo più gentile si dice dispiaciuta ma non sono organizzati per dei tour per i visitatori. Usciamo ed andiamo via.
Avevamo in lista una serie di aziende da vedere. Decidiamo di sfilare con l’auto solo avanti agli edifici, per vedere le dimensioni, capire come sono collocati. Cisco, McAfee, Canon, Sun, Microsoft, sono tutte lì, vicine a pochi passi l’una dall’altra. Probabilmente salendo sul tetto di un edificio si vedono tutte. Infine arriviamo alla Intel che si è invece dimostrata più matura, seria ed organizzata. C’è un area con addirittura 5-6 persone che si occupano di far visitare un museo creato all’interno dell’azienda. Una signora ci intrattiene spiegandoci e facendoci vedere delle cose per una mezz’ora. E’ stata molto cordiale, abbiamo visto un pezzo di Intel, siamo rimasti soddisfatti.
Andiamo via dalla Silicon Valley, passiamo ad altro. Eccoci arrivati alla Winchester Mystery House. Nel 1884 la vedova Sarah Winchester cominciò a perseguire un progetto che avrebbe occupato i 38 anni successivi della sua vita: la costruzione della casa vittoriana poi conosciuta come Winchester Mystery House, a causa della mille inspiegabili stranezze che la caratterizzano.
La casa voluta da Sarah Winchester è una meraviglia architettonica dei suoi tempi: 160 stanze, luci a gas, tre ascensori, 47 camini, pavimenti in parquet, candelieri in oro e argento e vetri artistici di Tiffany. La costruzione dell’edificio durò fino al 5 settembre 1922 e venne a costare oltre 5 milioni di dollari.
La visita della Winchester Mystery House tocca 110 stanze e conduce alla scoperta dei bizzarri fenomeni che danno il nome alla magione: finestre costruite sul pavimento, scale che non conducono in nessun luogo, porte che accedono a pareti di mattoni. Nessuno è stato in grado di spiegare i misteri della Mistery Mansion o perché la signora Winchester si sia accanita a costruirla per 38 anni. Secondo alcuni era un modo tutto suo di ricordare il marito e la figlia prematuramente scomparsi e salvarli così dagli spiriti malvagi di tutti gli uomini morti a causa delle armi prodotte dalla loro fabbrica d’armi.
Riprendiamo la nostra auto e puntiamo verso Monterey, dove pernotteremo per due giorni.