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Durante il nostro viaggio di nozze negli USA abbiamo realizzato questo blog. Abbiamo raccontato giorno per giorno i nostri spostamenti, le tappe e le esperienze di questo incredibile viaggio. Mettiti comodo e parti dal primo post e poi sfoglia l'archivio ed immergiti nei nostri viaggi! :)

agosto 29 2008

Giorno 32: Monterey

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Da 2008-08-28 Mo…

Con la partenza da San Francisco abbiamo cominciato a scendere verso Los Angeles, dove tra pochi giorni avremo l’aereo per il ritorno a casa. Eh si, purtroppo siamo quasi alla fine della nostra luna di miele.

In questi ultimi due gioni abbiamo in programma viaggi abbastanza brevi e rilassanti. Monterey è stata una tappa relax. Si tratta di una cittadina di 30000 abitanti che si affaccia sull’Oceano Pacifico. Abbiamo fatto un giro per il molo e per qualche viuzzola della cittadina. Scattate alcune foto ai leoni marini presenti anche qui e tornati al nostro motel.

agosto 28 2008

Giorno 30: San Francisco

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Da 2008-08-26 Sa…

Alcatraz è l’isola che abbiamo deciso di visitare oggi. Si tratta dell’ex carcere di massima sicurezza degli USA dismesso nel 1963 a causa degli elevati costi di gestione.

Il carcere di Alcatraz è da sempre famoso per l’estrema rigidità con cui erano trattati i detenuti. Chi veniva mandato ad Alcatraz era solitamente considerato estremamente pericoloso o aveva già tentato la fuga da altre prigioni. I carcerati erano costretti a scontare la loro pena in una cella singola dalle dimensioni particolarmente ridotte. Le mancanze disciplinari venivano punite con la reclusione al buio e al freddo nelle celle d’isolamento. Le vicende di Alcatraz hanno ispirato molti film, soprattutto per tutto ciò che concerne i tentativi di evasioni.

Per visitare Alcatraz abbiamo dovuto prenotare in anticipo attraverso il sito dell’unica azienda abilitata a traghettare i turisti sull’isola. Il traghetto ci mette pochi minuti ad arrivare. Una volta lì prendiamo le audio guide (italiano compreso) per apprendere in dettaglio il funzionamento del carcere.

Il racconto dell’audio tour è raccapricciante. Il carcere di Alcatraz fa rabbrividire. Entriamo all’interno della struttura principale per vedere le celle. Veramente piccole. I detenuti non avevano nessuna vista sulla splendida baia di San Francisco. Mentre passeggiamo per i vari bracci della prigione, l’audio ci dice che era proprio in quelle celle era stato lì Al Capone. Le celle di isolamento fanno particolare impressione. Ci sono ancora i segni dei tentativi di fuga. Il caso più famoso di fuga da Alcatraz riguarda i detenuti Frank Morris ed i fratelli John e Clarence Anglin che l’11 giugno 1962 riuscirono ad uscire dalle loro celle attraverso l’impianto di ventilazione (lasciando dei manichini da loro costruiti sulle brande per cercare di camuffare il più a lungo possibile la fuga) e ad arrivare, servendosi di un gommone fatto di impermeabili, fino alla costa dove fecero perdere definitivamente le loro tracce. Ci sono ancora i finti manichini e si vedono i buchi che hanno usato per accedere all’impianto di ventilazione.

Fatti i vari giri per Alcatraz, torniamo sulla terra ferma. Nelle vicinanze c’è la sede principale di Levi’s Strauss. Andiamo ed entriamo all’interno. Una parte dell’azienda è visitabile. C’è una sorta di museo contenenti alcune chicche per gli amanti dei jeans californiani. Ad esempio i primissimi Levi’s 501 di fine 1800, ed altri modelli che hanno segnato la storia dell’azienda.

Poi facciamo un salto al Pier 39 (molo 39) dove sono presenti un nutrito gruppo di leoni marini. Sono tanti e sono animali simpaticissimi da guardare. Stanno tutti ammassati su delle piattaforme di legno in mezzo al mare. Ogni tanto si tuffano in aqua, poi tornano su. Spesso quando emergono, non c’è posto sulla piattaforma. Allora cominciano a litigare l’uno con l’altro e si danno le spinte per buttarsi in acqua.

E’ sera, l’ultima tappa la facciamo alla Treasure Island, dove c’è una magnifica vista di San Francisco ed il suo Oakland Bay Bridge. Facciamo numerose foto e torniamo al nostro motel. Domani abbandoniamo San Francisco per andare a Monterey. Ovviamente faremo tappa alla Silicon Valley.

agosto 26 2008

Giorno 29: San Francisco

Da 2008-08-25 Sa…

Fa freddo, c’è vento e un po’ di nebbia. Abbiamo in programma la visita di alcuni punti di interesse ed alcuni punti panoramici. Partiamo da Twin Peaks, un punto in collina che ci permette di vedere dall’alto San Francisco. Poi andiamo ad Haight Street, una zona in cui si trovano varie case in stile vittoriano.

Questa via è molto particolare, soprattutto per la gente che la frequenta. C’è gente di tutti i tipi. Tattuati, bullonati, colorati, vestiti, svestiti, barboni, mendicanti, artisti di strada, signore distinte che fanno shopping. Non abbiamo mai visto da un mese a questa parte così tanti mendicanti a chiedere l’elemosina. C’era perfino un gruppo di giovani ragazzi che chiedevano soldi ed avevano un cartello con scritto “I want beer”.

Poi torniamo nella downtime per un altro paio di giri e verso il tardo pomeriggio andiamo sul Golden Gate Bridge ed arriviamo a Sausalito, dove c’è una bella vista su San Francisco e i suoi ponti. Facciamo alcune foto in notturna che sicuramente stamperemo in grande formato.

agosto 25 2008

Giorno 28: San Francisco

Da 2008-08-24 Sa…

Ci svegliamo tardi. Dobbiamo andare in perlustrazione al centro di San Francisco. Prima di andare cerchiamo di capire quant’è complicato muoversi dal nostro motel al centro della città. Per questo usiamo il computer. Vediamo che ci sono varie tipologie di trasporti. A dire il vero troppi. Bus, bus elettrici, tram elettrici, tram a fune, metro. Da impazzire. Ci sono molte fermate, molte destinazioni. Dal sito dell’azienda municipalizzata che gestisce i trasporti leggiamo che i mezzi di trasporto montano un sistema GPS ed indicano sul sito con estrema precisione la loro posizione, l’orario preciso di arrivo ad una determinata fermata e l’orario presunto di arrivo alla stazione di destinazione (calcolando ovviamente le condizioni di traffico). Incredibile. Però noi, rimaniamo tempestati di informazioni ed alla fine non capiamo a quale fermata dobbiamo andare e soprattutto quale bus o tram prendere.

Usciamo dalla nostra stanza, andiamo a verifirare di persona. E’ freddo, c’è il vento. Camminiamo un po’, poi qualcosa non ci torna. Ci guardiamo, poi guardiamo la gente che ci circonda. Poi ci guardiamo ancora. Siamo finiti su un quartiere nero. La gente che ci circonda è tutta di colore, le case non sono un gran che. La gente ci guarda, dalla testa ai piedi, dai piedi alla testa. Ci sono ragazzi, bullonati, con casacche grandi, con cannottiere, che ascoltano rap. Altri sono semplicemente appoggiati ai muri. Qualcuno beve. Ci spaventiamo un po’. Ci sembra di essere nel Bronx. Abbandoniamo l’idea di prendere il bus, torniamo in fretta al motel dove abbiamo lasciato la nostra auto. Mettiamo in moto ed andiamo in centro in cerca di un parcheggio. Una volta parcheggiato, finalmente ci godiamo San Francisco.

San Francisco è davvero una bellissima città. Bella, pulita. Bella gente. Non c’è la gente obesa tipica di New York. Ci sono tantissimi giovani. Ben vestiti, ordinati. Siamo in Market Street, la via dei negozi. Ci sono i tram che girano. Alcuni tram sono storici. Vengono trainati a fune per la salita, mentre per la discesa il tranviere usa i freni.

Facciamo tappa all’Apple Store. Due piani di meraviglie. Poi continuiamo. Vediamo un ristorante dal nome “Ristorante bella Umbria”. Ha appeso alcuni ritagli di giornale, tra cui “La gazzetta di Foligno”.

Poi decidiamo di fare una tappa al molo, dove si vede lo spettacolare Golden Bridge. Facciamo due passi. C’è gente che fa jogging, altri che passeggnano, altri che leggono. La gente è cordiale, saluta, sorride, ti spiegano cose. Volano molti pellicani. Dal porticciolo si vede benissimo Alcatraz. Le casette che circondano il piccolo porto sono belle, curate. Hanno finestre grandissime, dove si vede come sono fatte.

Bel giro. San Francisco ci piace. Abbiamo altri due giorni da passare qui.

agosto 25 2008

Giorno 27: Yosemite National Park

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Da 2008-08-23 Yo…

Abbiamo sbagliato i calcoli. Dovremmo partire da Visalia, visitare il Sequoia Park, poi lo Yosemite Park e poi partire per San Francisco. Sono oltre 600km da percorrere e troppa roba da visitare. Avremmo dovuto probabilmente mettere una tappa intermedia. Decidiamo di eliminare dalla nostra tappa la visita al Sequoia Park ed andiamo direttamente allo Yosemite.

Arriviamo allo Yosemite verso mezzo giorno. Sappiamo che dopo la visita del parco avremo altre cinque ore di viaggio per arrivare al nostro albergo di San Francisco, perciò la visita dovrà essere breve.

Lo Yosemite si presenta come un parco molto completo. Ci sono le montagne di granito, c’è molto verde, la foresta, molti animali, ci sono fiumi e cascate. Si possono fare escursioni di vario tipo, lunghezza, difficoltà. Proviamo a farne uno, semplice. Siamo abbastanza stanchi dal lungo viaggio di ieri. Decidiamo di vedere le cascate. La guida (in italiano!) dice che c’è una cascata che fa un salto di oltre 400mt. Partiamo, facciamo il sentiero, arriviamo sul posto e… Ahi, la cascata non c’era! Un cartello spiegava che la cascata, formata dallo scoglimento di ghiacciai è visibile da ottobre alla primavera. Finiamo il giro e torniamo alla nostra auto.

Decidiamo di andare da un altra parte del parco dove sono presenti le squoia. Anche qui, come al Sequoia Park, ce ne sono molte. Il parco è molto grande e per arrivare alla zona delle sequoia c’è addirittura un ora di auto.

Parcheggiamo e chiediamo ad un ranger di indicarci la più grande sequoia, la biggest tree. Seguiamo il sentiero che ci indica. Durante il percorso passiamo tra decine di sequoia, grandi, grandissime. Bellissime. Poi finalmente arriviamo alla più grande. La Grizzly Giant. Ha un età stimata di 1900/2400 anni ed è alta 64mt. Straordinaria, imponente. Facciamo le foto di rito e terminiamo il nostro giro.

Poi riprendiamo la macchina e programmiamo il nostro Tomtom. Sono le 7 del pomeriggio. Dovremmo arrivare attorno a mezzanotte a San Francisco. Il nostro Tomtom invece commette un errore clamoroso. Nel tentativo di abbreviare la strada ci proietta in una lunga, stretta e curvosa strada tra le montagne del parco. Abbiamo perso almeno un ora tra andare e tornare da quella stradina. Il risultato è che siamo arrivati a San Francisco a notte fonda. Per accedere alla nostra stanza, abbiamo praticamente svegliato l’omino, che si è presentato in ciabatte, con gli occhi appiccicati e ci ha dato la chiave. Entrati nella stanza, abbiamo dormito profondamente anche noi.

agosto 24 2008

Giorno 26: Las Vegas-Death Valley-Visalia

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Da 2008-08-22 La…

In programma abbiamo una giornata di viaggio. Dobbiamo partire da Las Vegas e tornare in California, portandoci a ridosso del parco Yosemite, passando per la Valle della Morte. Si preannuncia una tappa piuttosto impegnativa. Dobbiamo percorrere quasi 700km.

Una volta partiti da Las Vegas, si torna subito alla realtà. Comincia l’arido ed il deserto. Dopo circa tre ore di viaggio eccoci giunti alla Valle della Morte. Il nome dice tutto. E’ un deserto molto arido. Molto scenico da percorrere. Non c’è nulla in mezzo. Né un distributore, né una cittadina. Bisogna attraversarlo tutto d’un fiato senza fermarsi, sperando che la macchina non dia segni di squilibrio. Ah, dimenticavo. La temperatura in mezzo alla valle era di 49°C! L’aria condizionata della macchina va rigorosamente staccato per non affaticare il motore.

Il traffico è quasi nullo. Le strade sono ditte ed arrivano sempre fino all’orizzonte. La valle è stretta e lunga. Ci sono alcuni punti che merita una tappa veloce, visto il caldo infernale. Il ptimo punto dove ci fermiamo è Zabriskie Point. Poi, più avanti facciamo tappa tra le dune di sabbia. Ne raccogliamo un po’, la riporteremo in Italia per ricordo. La temperatura è talmente alta che non si riesce a stare per più di 5 minuti fuori dall’abitacolo. Non c’è vento, non ci sono nuvole. Ci siamo solo noi, una strada infinita, il deserto e 49 gradi.

Continuiamo a percorrere la valle. Passiamo per il punto più basso del Nord America, a -86 metri sotto il livello del mare. Poi finalmente comincia la salita. Cominciamo ad uscire dalla valle. Dobbiamo percorrere parecchie miglia prima di uscire completamente e portarci su temperature umane, sotto i 40 gradi.

Eccoci che ci avviciniamo al nostro motel. Per la prima volta da quando siamo partiti, vediamo aree verdi. Abbiamo abbandonato definitivamente per zone aride e desertiche. Ora vediamo coltivazioni, colline verdi, vegetazioni, allevamenti. Sono le 8pm, siamo arrivati al nostro motel.

agosto 23 2008

Giorno 25: Las Vegas

Da 2008-08-21 La…

Oggi decidiamo di rilassarci al massimo andando nella galattica piscina dell’hotel. L’area pool&spa è formata da 4 piscine di varia dimensione, profondità e persino temperatura. Poi ci sono un paio di vasche con idromassaggio, poi la palestra e altre cosette più o meno utili. La sera, come sempre, giro sulla Strip, fino ad arrivare nuovamente al Bellagio con le sue spettacolari fontane. Così, semplicemente, arriva la tarda ora e ci ritiriamo nella nostra camera.

agosto 21 2008

Giorno 24: Las Vegas

Da 2008-08-19 La…

Ci svegliamo tardi. Tanto Las Vegas vive di notte. Decidiamo di vedere per bene alcuni casinò. Paris, ad esempio. La torre d’Eiffel è davvero grande. All’interno troviamo una piccola Parigi ricostruita. Con i suoi lampioni caratteristici, le vie, la pavimentazione, la musica tipica di Parigi.

Stessa cosa per Venice. E’ stato tutto ricustruito nei minimi dettagli. Sembra davvero di essere a Venezia. Ci sono pure gondolieri. Unico neo: i gondolieri cantano in italiano in modo orrendo. Provate ad immaginare un americano che canta in italiano…

Sperimentiamo un altro gioco. La roulette. Questa volta però, l’abbiamo vinta noi. Il gioco della roulette è meno “random” e conta anche l’abilità del giocatore. Alla fine della partita riusciamo a vincere qualche decina di dollari.

La sera passiamo al Bellagio dove c’è uno spettacolo imperdibile. Lo show delle fontane. Davvero ben realizzato. Emozionante vedere la danza delle fontane con la musica di Bocelli.

Dopo una lunga camminata, rientriamo tardi, stanchi.

agosto 21 2008

Giorno 23: Las Vegas

Da 2008-08-18 La…

Partiamo da Hurricane per arrivare a Las Vegas. Circa 1 ora e mezza di auto. Siamo ancora nel deserto. Incontriamo piccole cittadine, poi finalmente ci avviciniamo a Las Vegas. Si intravedono i grandi palazzi dei casinò, mentre intorno il paesaggio è arido.

Prima di entrare a nella città facciamo una deviazione per lo Speedway di Las Vegas, il mitico circuito dove corre la Nascar. Non ci sono gare oggi, ma fortunatamente ci sono i preparativi per questo weekend. Così troviamo diverse auto Nascar caricate su un cammion. Accediamo con la macchina in un area privata. Nessuno se ne accorge, passiamo indisturbati. Facciamo un po’ di foto con le bellissime macchine, poi proviamo a vedere se è possibile accedere al circuito. Dall’ingresso è tutto chiuso. Riusciamo a fare qualche foto dall’esterno. Poi proviamo ad andare dietro. In effetti c’è un cancello aperto. Probabilmente stanno lavorando dentro il circuito. Entriamo, sperando che nessuno ci noti. Ed eccoci dentro il circuito. Siamo in tribuna. Bellissimo l’ovale. Manto stradale perfetto. L’impianto è più piccolo di come ce l’immaginavamo. Facciamo due foto e ripartiamo per il nostro hotel. L’Excalibur. Per strada c’è molto traffico.

Arriviamo finalmente. L’hotel casinò è bellissimo. Fiabesco. Parcheggiamo, entriamo. Si sente il rumore delle centinaia di slot machine. Arriviamo alla “registration” e ci assegnano la nostra stanza. E’ una bella stanza. L’hotel è tematico e riprende lo stile dei castelli dell’epica di Re Artù.

Ci sistemiamo, usciamo a dare uno sguardo. E’ tutto molto bello e colorato. Si entra tra uno casinò e l’altro, lungo la strip, ovvero, la via dei casinò.

I casinò sono grandissimi. Ci si perde dentro. Si gira all’interno per minuti senza riuscire ad orientarsi, saltando dalla sala del casinò, all’area per lo shop. Ogni elemento all’interno dei casinò è curato al dettaglio.

Vediamo così gli altri hotel casinò tematici. Si va dal Luxur con la sua ambientazione faraonica, piramidi, sfingi e quant’altro. Paris, con la torre d’Eiffel, al Venice, ambientato a Venezia, al Cesars Palace, ambientato nell’antica Roma, al Teasure Island, ambientato nell’isola e pirati. Ovviamente, per stile ed eleganza, in cima ai preferiti c’è il Bellagio, utilizzato per innumerevoli film, tipo Ocean’s Eleven.

Proviamo l’ebrezza di giocare qualche dollaro alle slot machines. Perdiamo. Si è fatto tardi, siamo stanchi. Andiamo a dormire.

agosto 18 2008

Giorno 22: Zion National Park

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Da 2008-08-17 Zi…

Altro giorno, altro parco naturale. Quello di oggi è un parco naturale visitato per lo più da chi fa passeggiate ed escursioni. Così facciamo anche noi. Lasciamo la macchina al visitor center, prendiamo la navetta (lo shuttle) e ci facciamo portare in una zona centrale del parco.

Il percorso che ci attira è la visita di tre piscine formate da un piccolo fiume che attraversa il parco. Un paio d’ore di cammino. Fa abbastanza caldo. Circa 35°C. Fortunatamente la passeggiata è per lo più all’ombra. Il parco si presenta con un panorama di montagne rosse con una fitta vegetazione all’interno. Ci sono molti animali che si possono vedere con un po’ di attenzione. La passeggiata ci permette di arrivare ad un punto sufficientemente alto per poter ammirare la bellezza del paesaggio. Non essendo molto allenati, la salita ci mette presto a ko. Così non proviamo altri percorsi.

Scattiamo comunque foto, ci godiamo il paesaggio e l’aria pulita. Verso la fine del pomeriggio ci dirigiamo verso la macchina per partire ed uscire dal parco. Prima andare nel nostro albergo di Hurricane, decidiamo di sperimentare l’emozione di trovare una città fantasma. Una ghost town come la chiamano qui. In questa zona ce ne sono diverse. Ci fermiamo nei pressi di un motel per attingere ad una connessione wireless ed accendere il nostro notebook con lo scopo di trovare le coordinate geografiche precise della città fantasma. La troviamo. E’ a poche miglia da noi. Programmiamo il GPS e partiamo.

Il navigatore ci porta fuori dalla cittadina. Comincia una strada sterrata sotto una montagna di color rosso. Dall’altra parte ci sono alcuni ranch. Ad un certo punto incontriamo alcuni cartelli che intimano di tornare indietro, altri dicono che si sta accedendo a proprietà privata. Arriviamo addirittura su un punto con ben tre telecamere che ci osservano. Oltrepassiamo tutto. Finalmente ad un certo punto troviamo la città fantasma.

La città si chiama Grafton. E’ stata abitata tra il 1800 ed il 1900. Nel 1864 vivevano circa 28 famiglie. Nel 1866 furono quasi tutti uccisi da un attacco indiano. Visitiamo prima di tutto il cimitero. E’ piccolo e sulle tombe leggiamo che molti degli abitanti sono stati uccisi dagli indiani. Altri sono morti per malattie. Quasi tutti giovanissimi. Entriamo all’interno del cancello della piccola cittadina e vediamo ancora la chiesa e altri tre-quattro edifici. Sono stati fatti dei piccoli restauri. Ci sono persone del posto che preservano i resti della città. Ci sono persino dei depliant con la storia della cittadina.

Ora possiamo tornare via da quel posto ed andare al nostro motel di Hurricane. Domani ci aspettano quattro giorni a Las Vegas!

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